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Fucsie: storie e coltivazione

Origini e storia

Le specie di fuchsia sono circa cento, la maggior parte delle quali originarie del Centro e Sud America, dal Messico allo stretto di Magellano. La loro diffusione è quindi molto ampia e va da latitudini subtropicali a latitudini subpolari e come altitudine possono arrivare agli oltre 4000 m delle Ande.
Il genere fuchsia, secondo gli studi più recenti , è diviso in dodici sezioni fra cui citerò solo le più importanti come progenitori delle nostre varietà orticole:
Ellobium, dalle grandi foglie opposte e dalle radici carnose di cui ricordiamo F.fulgens, dai lunghi fiori tubolari arancioni e F.splendens che ebbero un ruolo importante per le prime ibridazioni;
Encliandra, dal portamento cespuglioso e dalle foglie piccole;
Fuchsia, la sezione più ricca di specie, fra cui F.triphylla che fu la prima fuchsia scoperta. Hanno fiori tubolari, più o meno lunghi, nelle tonalità del rosso e dell’arancione e si trovano lungo tutta la catena andina oltre che sull’isola di Hispaniola (Santo Domingo-Haiti);
Quelusia, che comprende nove specie originarie del sud del Brasile, del Cile e dell’Argentina fra cui ricordiamo F.magellanica, F.coccinea e F.regia che furono importantissime nell’ibridazione per la loro resistenza al freddo. Hanno fiori piccoli con sepali rossi e corolla viola.
La scoperta delle fuchsie si deve a Charles Plumier, monaco e botanico che partecipò a diverse spedizioni nel Nuovo Mondo al servizio del Re Sole tra il 1689 e il 1695. Proprio in quest’ultimo viaggio, sull’isola di Hispaniola, trovò una pianta che cresceva ai piedi delle colline che descrisse accuratamente e chiamò Fuchsia triphylla flore coccineo.
Tra la metà del 700 e l’800 altri cacciatori di piante partiti per le Americhe portarono in Europa molte specie di fuchsia tra le quali la F.coccinea e la F.magellanica . I primi incroci fra queste ultime comparvero in Gran Bretagna verso il 1820. Altre specie che inizialmente si utilizzarono per l’ibridazione furono F.fulgens, F.splendens e F.boliviana e solo verso la fine del secolo si iniziò a lavorare sulla più esigente F.triphylla.
Nel 1824 comparve il primo ibrido con tubo e sepali bianchi (Venus Victrix) e nel 1855 le prime fuchsia completamente bianche (Queen Victoria e Mrs Story). Sempre verso la metà dell’800 comparvero i primi fiori doppi e in seguito fiori con petali striati e foglie variegate.
La prima guerra mondiale causò un brusco rallentamento nell’interesse per le fuchsie e molte varietà andarono perdute.
Con il 1920 però la passione per queste piante sbarcò negli Stati Uniti, nel 1929 venne fondata l’American Fuchsia Society e prese il via l’ibridazione di varietà a fiore molto grande tipiche degli States.
Dal 1954 esiste un registro ufficiale presso cui gli ibridatori possono registrare le loro creazioni e attualmente il numero delle cultivar si aggira intorno alle 10000 varietà.

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Coltivazione

Generalmente le fuchsie amano un clima fresco e umido con una sensibile escursione termica fra giorno e notte.
La maggior parte delle varietà ama l’ombra ma molte, soprattutto gli ibridi di triphylla, tollerano posizioni più soleggiate. Evitiamo comunque l’esposizione nelle ore centrali della giornata ed evitiamo di collocarle a ridosso dei muri o dove circoli poca aria.

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Terriccio e contenitori

Il nemico principale di queste piante è il ristagno d’acqua, dobbiamo quindi fornire un terreno soffice e poroso che non resti zuppo dopo le innaffiature.
Una buona soluzione è quella di prepararsi personalmente una miscela composta prevalentemente da terriccio universale torboso a cui aggiungere piccole quantità di terriccio per gerani, stallatico in polvere e argilla espansa o pomice naturale.
Coltivare nel cotto o in vasi di plastica è una scelta non solo estetica ma da adattare alle nostre abitudini come giardinieri. Partendo dal presupposto di dover lasciare asciugare il terriccio tra un’annaffiatura e l’altra dobbiamo tenere presente che il cotto, in quanto materiale poroso, farà evaporare più velocemente l’acqua mentre la plastica manterrà l’umidità più a lungo. Un’altra cosa importante da ricordare è di non affidarsi al colore del terriccio sulla superficie del vaso ma di infilare un dito nella terra per essere sicuri che sia veramente ora di bagnare le piante.

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Rinvasi e potature

Le fuchsie non amano stare in vasi sovradimensionati e quindi è meglio effettuare qualche rinvaso in più che rischiare di perdere una pianta.
Dopo il riposo invernale, quando le nostre piante cominciano a dare qualche segno di vita è il momento per il rinvaso:
estraiamo la pianta dal vecchio contenitore e rimuoviamo il vecchio terriccio con le mani liberando le radici;
con delle forbici ben affilate eliminiamo le radichette più esterne che appariranno secche e atrofizzate;
predisponiamo un buon drenaggio nel nuovo vaso con cocci e argilla espansa, come misura potrebbe bastare un vaso leggermente più piccolo del precedente o uguale;
inseriamo la pianta e riempiamo il vaso di terriccio senza comprimerlo troppo, è sufficiente picchiettare il vaso sul piano di lavoro;
bagniamo leggermente e aspettiamo che il terriccio sia asciutto per farlo nuovamente.
Durante la stagione alcune delle vostre piante potrebbero aver bisogno di un rinvaso ulteriore se sono cresciute vigorosamente, in questo caso il pane di terra non va rotto e le radici non vanno danneggiate. Mettete la pianta in un vaso di una o due misure più grande sempre con un buon drenaggio e senza comprimere la terra.
Passando alla parte aerea della pianta va ricordato che le fuchsie fioriscono sul legno nuovo ed è quindi necessario accorciare i vecchi rami all’altezza di un nodo. Se tagliare poco o tanto è una scelta personale, un taglio drastico infatti darà piante più accestite ma ritarderà la prima fioritura.

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Concimazione

Le fuchsie coltivate in vaso necessitano di nutrimento per garantire ricche fioriture.
La composizione dei fertilizzanti, o titolo, è indicata generalmente da tre numeri che indicano la percentuale di azoto(N), fosforo (P) e potassio (K) contenuti nel prodotto.
L’azoto stimola la vegetazione della pianta, il fosforo lo sviluppo delle radici e il potassio aiuta la lignificazione dei fusti e lo sviluppo dei fiori.
I concimi generici per fiori sono di solito bilanciati (20-20-20) e possono essere sufficienti per un buon risultato.
Volendo essere un pò più puntigliosi sarebbe meglio dare più azoto alla ripresa vegetativa ( ma con lo stallatico al momento del rinvaso questo elemento l’abbiamo fornito), passare a un concime bilanciato quando la chioma della pianta è formata, e dare un concime ricco di potassio alla comparsa dei boccioli.
Tutte le concimazioni vanno sospese quando la temperatura sale sopra i 25° C perché le piante entrano in una sorta di riposo forzato e la concimazione sarebbe dannosa anziché benefica.
Non si deve concimare nemmeno al momento del rinvaso ma solo quando la pianta inizia a produrre la nuova vegetazione.

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La moltiplicazione

Le fuchsie si riproducono per seme o per talea ed essendo questa operazione semplice e divertente non resta che provare.
Il momento migliore è la tarda primavera quando la chioma è ben formata.
Si preleva con una forbice ben affilata un rametto che abbia l’apice vegetativo e due o tre paia di foglie, si eliminano le foglie basali e si accorcia la talea sotto al nodo. In un vasetto piuttosto piccolo, colmo si terriccio poroso, si inserisce la talea e si bagna.
I vasetti con le talee andranno collocati all’ombra, il terriccio dovrà rimanere umido ma non essere zuppo. Per limitare l’evaporazione si può inserire i vasetti in una cassetta di plastica e coprirla con del cellophane, ricordando di arieggiare ogni tanto per evitare la condensa.
Prima di rinvasare le talee bisogna assicurarsi che abbiano sviluppato un buon apparato radicale: dopo 3-4 settimane dall’impianto bisogna svasare le piantine capovolgendole, se le radichette bianche avranno riempito il vasetto si può procedere altrimenti aspetteremo.

Ricovero invernale

Verso la fine di ottobre, quando le temperature cominceranno ad abbassarsi, dovremo ritirare le piante coltivate in vaso in un luogo dove non geli e non necessariamente luminoso poiché le piante andranno in riposo. Una cantina o un garage andranno benissimo.
Prima di ritirare le piante è buona norma defogliarle per evitare di ricoverare anche eventuali parassiti e bisognerà ricordarsi di tanto in tanto di dare loro un po’ d’acqua per evitare che si disidratino completamente.
Poiché gli inverni non sono più rigidi come un tempo alcune fuchsie riescono a sopravvivere anche se tenute all’aperto magari in una serretta contro un muro ben esposto. Prima di optare per questa soluzione bisogna però essere sicuri che le proprie piante rientrino fra quelle che gli inglesi definiscono winterhardy.

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Avversita’ e malattie

Come abbiamo già detto più volte la più frequente causa di morte delle fuchsie è l’eccesso di innaffiature soprattutto quando la temperatura sale oltre una certa soglia.
Viene chiamata ‘sindrome della morte improvvisa’ un fenomeno per cui una pianta, in pochissimo tempo, appassisce e muore. Se controlleremo il terriccio lo troveremo zuppo d’acqua e caldo.
L’unico tentativo che possiamo fare per salvare la nostra pianta è quello di svasarla, eliminare la terra bagnata e le radici marcescenti e rinvasarla con un terriccio asciutto evitando di bagnarla per qualche giorno, tuttalpiù la vaporizzeremo con acqua pura.
Per quanto riguarda le malattie le fuchsie si dimostrano meno delicate di quello che potrebbero apparire, possono essere attaccate da afidi mosca bianca (Trialeurodes vaporariorum) o ragnetto rosso (Tetranychus urticae) ma difficilmente questo le porterà alla morte.
In commercio si trovano vari rimedi efficaci contro questi insetti patogeni ma è sempre meglio non esagerare con i prodotti chimici quando a volte basta un cambiamento nella collocazione della pianta per arginare il danno.

Coltivazione in piena terra

Come abbiamo già detto esistono fuchsie che resistono al freddo, vengono definite rustiche (winterhardy per gli inglesi) e che si possono quindi coltivare in piena terra. A seconda della rigidità dell’inverno potranno perdere la parte aerea oppure no, ricacceranno comunque in primavera garantendo la fioritura estiva.
In piena terra alcuni fuchsie possono raggiungere dimensioni notevoli, in particolare la F.magellanica e le sue varietà possono formare imponenti cespugli (chi è stato in Irlanda potrà confermarvelo).

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